Brescia primario somministra farmaci letali accusato di omicidio volontario.
Montichiari (Brescia), 25 gennaio 2021 - Arrestato Carlo Mosca, primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari, che fa capo agli Spedali Civili di Brescia. Avrebbe intenzionalmente somministrato a pazienti affetti da Covid farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare causando la morte di due di loro di 61 e 80 anni. Il medico è stato arrestato stamani dai carabinieri del Nas. Il professionista è accusato di omicidio volontario: nei suoi confronti i militari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura.
La vicenda
I fatti risalgono allo scorso marzo, quando la pandemia esplodeva e l'elevato numero di contagi andava a ripercuotersi sulle strutture ospedaliere, intasandole. I carabinieri del Nas di Brescia, a due mesi di distanza dagli eventi, raccogliendo ed elaborando indicazioni circa la possibilità che il decesso di alcuni pazienti, avvenuto presso il pronto soccorso di un ospedale della provincia, fosse stato causato da pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico, hanno avviato un'indagine, d`intesa con la Procura.Le indagini
Anche con il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall'autorità giudiziaria, le attività investigative hanno consentito di analizzare le cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid, riscontrando in alcuni casi un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute. Tre salme sono state esumate per essere sottoposte ad indagini di natura autoptica e tossicologica. Le indagini hanno rilevato, all'interno di tessuti ed organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato che, se utilizzato al di fuori di specifici
procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. Peraltro, nelle cartelle cliniche dei deceduti oggetto di verifica non compare la somministrazione di quei medicinali (indicata invece nelle cartelle di pazienti poi effettivamente intubati) tanto da ipotizzare a carico dell'indagato anche il reato di falso in atto pubblico. Condividi la notizia